Che dirne? Che, come al solito, pro e contro sono accuratamente mescolati: se da un lato la falla nella pretesa universalizzante della ragione restituisce incanto e mistero a un mondo che si andava irrimediabilmente appiattendo su una deprimente dimensione strumentale, dall'altro questo incanto non viene mai tematizzato in sé o dotato di una dignità autonoma, ma si trova rivestito di nuovo di una patina utilitaria. I "mostri" vengono sopportati - o addirittura accettati - perché fanno comodo, perché arrivano dove i mezzi tradizionali, lisi, non sono più in grado di fare la differenza... E' il segno di uno sdoganamento: temo che si tratti però più di paura e smarrimento che di curiosità scevra da pregiudizi e apertura alla magica complessità del reale.
domenica 4 maggio 2008
Il magico dopo il moderno
Che dirne? Che, come al solito, pro e contro sono accuratamente mescolati: se da un lato la falla nella pretesa universalizzante della ragione restituisce incanto e mistero a un mondo che si andava irrimediabilmente appiattendo su una deprimente dimensione strumentale, dall'altro questo incanto non viene mai tematizzato in sé o dotato di una dignità autonoma, ma si trova rivestito di nuovo di una patina utilitaria. I "mostri" vengono sopportati - o addirittura accettati - perché fanno comodo, perché arrivano dove i mezzi tradizionali, lisi, non sono più in grado di fare la differenza... E' il segno di uno sdoganamento: temo che si tratti però più di paura e smarrimento che di curiosità scevra da pregiudizi e apertura alla magica complessità del reale.
Iscriviti a:
Post (Atom)