E invece per carità! Vorrai mica che gli altri pensino che le tue qualità ti rendano migliore di loro?!? Che pensino che ti ritieni migliore di loro solo perché sei un supereroe? La voce del conformismo è molto più ascoltata di quella dell'eccentricità, di questi tempi e i dilemmi morali sono su scala micro, narcisistici pure loro. Diverso non è migliore, è solo naturale, ma questa è una semplice verità che sfugge. Il perché questo accada ha certamente molte radici, ma una credo di poterla indicare nell'ulteriore paradosso per cui l'unicità che ci viene ammannita come desiderabile risulta di fatto in una mancanza essenziale di unicità, in un impoverimento dell'interiorità tanto drastico e difficile da rimediare che genera rancore verso chiunque non si trovi in condizioni simili. Ed ecco che diverso diviene uno stigma, come la cronaca quotidiana strilla sempre più spesso. Come perfino nei serial si scopre. La percezione di sé della famiglia Powell, da questo punto di vista, è emblematica: quando il giovane figlio sfigato - divenuto nel frattempo un supergenio matematico (e figurati! Pensavate mica a un poeta? *lol*) - sfrutta le sue abilità, peraltro perfettamente in linea col fideismo scientistico corrente, per diventare un quarterback vincente, il babbo lo esorta a tornare se stesso prescindendo dal potere, quasi fosse un accessorio o peggio un tumore. Comunque qualcosa di esterno al sé, contaminante. Basta togliere il "super" e si scopre così il modo in cui si guarda oggi a ogni potere o talento fuori dalla norma asfittica degli uomini piccoli, degli uomini vuoti di Eliot, più una profezia che una poesia: "E' così che finisce il mondo / non con uno schianto ma con un lamento". L'inglese "not with a bang but a whimper" è ancora più spietato. Diceva Bon Jovi che è meglio andar giù "in a blaze of glory"... I tempi sono irrimediabilmente cambiati.
domenica 21 novembre 2010
Superpoteri!!! O no?
E invece per carità! Vorrai mica che gli altri pensino che le tue qualità ti rendano migliore di loro?!? Che pensino che ti ritieni migliore di loro solo perché sei un supereroe? La voce del conformismo è molto più ascoltata di quella dell'eccentricità, di questi tempi e i dilemmi morali sono su scala micro, narcisistici pure loro. Diverso non è migliore, è solo naturale, ma questa è una semplice verità che sfugge. Il perché questo accada ha certamente molte radici, ma una credo di poterla indicare nell'ulteriore paradosso per cui l'unicità che ci viene ammannita come desiderabile risulta di fatto in una mancanza essenziale di unicità, in un impoverimento dell'interiorità tanto drastico e difficile da rimediare che genera rancore verso chiunque non si trovi in condizioni simili. Ed ecco che diverso diviene uno stigma, come la cronaca quotidiana strilla sempre più spesso. Come perfino nei serial si scopre. La percezione di sé della famiglia Powell, da questo punto di vista, è emblematica: quando il giovane figlio sfigato - divenuto nel frattempo un supergenio matematico (e figurati! Pensavate mica a un poeta? *lol*) - sfrutta le sue abilità, peraltro perfettamente in linea col fideismo scientistico corrente, per diventare un quarterback vincente, il babbo lo esorta a tornare se stesso prescindendo dal potere, quasi fosse un accessorio o peggio un tumore. Comunque qualcosa di esterno al sé, contaminante. Basta togliere il "super" e si scopre così il modo in cui si guarda oggi a ogni potere o talento fuori dalla norma asfittica degli uomini piccoli, degli uomini vuoti di Eliot, più una profezia che una poesia: "E' così che finisce il mondo / non con uno schianto ma con un lamento". L'inglese "not with a bang but a whimper" è ancora più spietato. Diceva Bon Jovi che è meglio andar giù "in a blaze of glory"... I tempi sono irrimediabilmente cambiati.
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