domenica 12 ottobre 2008
Penna o PC?
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lunedì 15 settembre 2008
Blog brillante?
Mi sono accorto, dando una scorsa ai miei blog, che per un qualche motivo sono solito cominciare i post con delle esclamazioni diciamo un tantino old fashioned. Mi ero anche ripromesso di non farlo più, ma stavolta credo mi tocchi... Oh beh! Mi trovo segnalato da Nymphadora come blog passibile del premio
Brillante Weblog del quale ammetto di non aver mai sentito parlare prima *sigh* Lo so che si tende a essere sospettosi in questi casi, a chiedersi il perché... Perlomeno a me capita così e poi lascio cadere la cosa. Ho dato un'occhiata in giro, però, e non mi è sembrato che i risultati fossero particolarmente catastrofici, per cui mi sono detto "sai che c'è? Immagino di non far male a nessuno!"
E così eccomi ad adempiere alle richieste del regolamento:
1. Al ricevimento del premio, bisogna scrivere un post mostrando il premio e citare il nome di chi ti ha premiato mostrando il link del suo blog - e fin qui ci sono.
2. Scegli un minimo di 7 blog (o di più) che credi siano brillanti nei loro temi o nel loro design. Esibisci il loro nome e il loro link e avvisali che hanno ottenuto il Premio “Brillante Weblog” - dunque... Non posso esimermi dall'iniziare col blog di Luca Bottura & Co. Il blog di Gago 3.0, grazie al quale riesco ancora a ridere di quello che succede in Italia; da un punto di vista professionale prossimo allo spirito di queste pagine menziono poi I media-mondo di Giovanni Boccia Artieri; una boccata di sano impegno e fede utopistica in un domani migliore si può respirare sul blog di Fabio De Nardis, mentre altri panorami e stimoli possono trovarsi su Tre cuori e tre leoni, Rogue Waves, ...È disincanto e Un taglio mai netto - voilà, anche questa è fatta, ora devo solo avvisarli. Buona lettura
3. (Facoltativo) Esibire la foto (il profilo) di chi ti ha premiato e di chi viene premiato nel tuo blog - questo invece lo salto *lol*
A chiudere, notizia dello scopo (benefico) dell'iniziativa:
TRATTO DAL REGOLAMENTO “Cosa significa Brillante Weblog?“Brillante Weblog” viene assegnato a siti e blog che risaltano per la loro brillantezza sia nei temi che nel design e il suo scopo è di promuoverli tutti nella blogosfera mondiale."
1. Al ricevimento del premio, bisogna scrivere un post mostrando il premio e citare il nome di chi ti ha premiato mostrando il link del suo blog - e fin qui ci sono.
2. Scegli un minimo di 7 blog (o di più) che credi siano brillanti nei loro temi o nel loro design. Esibisci il loro nome e il loro link e avvisali che hanno ottenuto il Premio “Brillante Weblog” - dunque... Non posso esimermi dall'iniziare col blog di Luca Bottura & Co. Il blog di Gago 3.0, grazie al quale riesco ancora a ridere di quello che succede in Italia; da un punto di vista professionale prossimo allo spirito di queste pagine menziono poi I media-mondo di Giovanni Boccia Artieri; una boccata di sano impegno e fede utopistica in un domani migliore si può respirare sul blog di Fabio De Nardis, mentre altri panorami e stimoli possono trovarsi su Tre cuori e tre leoni, Rogue Waves, ...È disincanto e Un taglio mai netto - voilà, anche questa è fatta, ora devo solo avvisarli. Buona lettura
3. (Facoltativo) Esibire la foto (il profilo) di chi ti ha premiato e di chi viene premiato nel tuo blog - questo invece lo salto *lol*
A chiudere, notizia dello scopo (benefico) dell'iniziativa:
TRATTO DAL REGOLAMENTO “Cosa significa Brillante Weblog?“Brillante Weblog” viene assegnato a siti e blog che risaltano per la loro brillantezza sia nei temi che nel design e il suo scopo è di promuoverli tutti nella blogosfera mondiale."
martedì 12 agosto 2008
La mistica del manager
Spesso, quando parlo di prospettiva immaginale, studenti e colleghi hanno difficoltà a capire cosa intendo, dato che sul tema "immaginario/immaginale" si è detto e scritto di tutto alla luce, tra l'altro, di uno dei pregiudizi più inflessibili e condivisi della nostra cultura. Allora passaggi come questo, privo di ogni ironia e pervaso, di contro, da uno stupore reverenziale, aiutano a spiegare. E' evidente - perlomeno ai miei occhi
C'è di buono che il processo inflattivo che ci ha portato a passi insulsi come quello appena citato o quest'altro capolavoro:
«L'ardita operazione ha la regia di un uomo determinato, il carioca Carlos Brito, volto nuovo del capitalismo mondiale. "E' bassetto, moro ed ha uno sguardo deciso. Quando l'ho visto la prima volta, il suo aspetto e la sua volontà di dominare il mondo mi hanno fatto pensare a Napoleone"» (A. D'Argenzio, La birra? E' in fermento, L'espresso 30/2008, p. 126)
il processo, dicevo, ha completamente perso di vista ogni senso della misura e ormai, più che sfiorare, sguazza nel ridicolo. E il ridicolo non è razionale, se Dio vuole! Riesce a imporsi nonostante i peana e le autoillusioni - che giocano in tutto questo un ruolo centrale - e a svelare che il Re è nudo. E patetico. Tanto per capirsi, il campione in odore di Napoleone qui sopra dirige una fabbrica di birra! Molto grande, ma pur sempre una fabbrica di birra. E i monaci shaolin più sopra sono gente che nella gran parte dei casi tira coca e reagisce come il famoso cane di Pavlov a poche parole chiave
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giovedì 3 luglio 2008
Una cultura approssimativa
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...
Una cosa buona è che tutta questa faccenda della traccia della maturità sbagliata mi ha riportato alla mente una delle mie poesie preferite di Ossi di seppia, che il tempo si era premurato di erodermi dalla memoria. Una delle più belle approssimazioni all'emozione vissuta attraverso le parole che abbia mai letto. Sinestesia pura, lo scorrere d'acqua quasi impercettibile, il gorgoglio che immagini coperto dall'alito di vento più lieve, la frescura, i riflessi, il sollievo...
La cosa non buona è che, tanto per cambiare, l'incidente mette in luce l'approssimazione - di tutt'altro genere - con cui si fanno ultimamente le cose in Italia. Accentuata e descritta con un sorriso amaro da Umberto Eco nell'ultima Bustina di Minerva, che potete leggere qui.
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...
Una cosa buona è che tutta questa faccenda della traccia della maturità sbagliata mi ha riportato alla mente una delle mie poesie preferite di Ossi di seppia, che il tempo si era premurato di erodermi dalla memoria. Una delle più belle approssimazioni all'emozione vissuta attraverso le parole che abbia mai letto. Sinestesia pura, lo scorrere d'acqua quasi impercettibile, il gorgoglio che immagini coperto dall'alito di vento più lieve, la frescura, i riflessi, il sollievo...
La cosa non buona è che, tanto per cambiare, l'incidente mette in luce l'approssimazione - di tutt'altro genere - con cui si fanno ultimamente le cose in Italia. Accentuata e descritta con un sorriso amaro da Umberto Eco nell'ultima Bustina di Minerva, che potete leggere qui.
domenica 15 giugno 2008
Cose che non ti aspetti
"A quel punto - racconta Meitei, uno dei protagonisti di Io sono un gatto, parlando di una truffa commerciale di cui ha letto - gli dico che non si deve preoccupare per il pagamento, se il dipinto gli piace, può portarlo via. Il
Per uno che sta studiando l'importanza smarrita delle relazioni primarie e il ruolo contemporaneo dei mondi virtuali alla Second Life c'è di che riflettere. E restare di stucco di fronte alla lucidità di visione di uno scrittore giapponese che dal suo punto di vista altro aveva capito parecchio già un secolo fa e lo canzonava con ironia lieve e acuminata. Un ultimo passo (per i precisi inguaribili le citazioni vengono da Natsume Soseki, Io sono un gatto, Neri Pozza, 2006, pp. 470; 473-476): "Un bel giorno un filosofo discenderà dal cielo per predicare una nuova verità. Ecco quello che dirà: l'uomo è un animale dotato di personalità. Annullare questa personalità equivale ad annullare l'uomo. Per dare un senso, anche minimo, alla sua esistenza, è necessario preservare e sviluppare la sua personalità, qualunque sia il prezzo da pagare. Continuare a sposarsi, costretti da un'abitudine perversa, è una barbarie contraria alla natura umana, una barbarie perdonabile in un'epoca ignorante in cui la personalità non si era ancora sviluppata, ma nella nostra epoca civilizzata non fermarsi a considerare la scelleratezza di quest'usanza perniciosa sarebbe un grave errore."
domenica 4 maggio 2008
Il magico dopo il moderno
Che dirne? Che, come al solito, pro e contro sono accuratamente mescolati: se da un lato la falla nella pretesa universalizzante della ragione restituisce incanto e mistero a un mondo che si andava irrimediabilmente appiattendo su una deprimente dimensione strumentale, dall'altro questo incanto non viene mai tematizzato in sé o dotato di una dignità autonoma, ma si trova rivestito di nuovo di una patina utilitaria. I "mostri" vengono sopportati - o addirittura accettati - perché fanno comodo, perché arrivano dove i mezzi tradizionali, lisi, non sono più in grado di fare la differenza... E' il segno di uno sdoganamento: temo che si tratti però più di paura e smarrimento che di curiosità scevra da pregiudizi e apertura alla magica complessità del reale.
sabato 12 aprile 2008
Persi nel labirinto
E allora, potrei chiedere? Ci sarebbe qualcosa di male oppure paradossalmente potrebbe non esserci modo migliore di andare avanti? Arrancando, come facciamo un po' tutti in questo inizio di XXI secolo, orfani di certezze, verità e altri tipi di bussola, gettati in una cultura che ricorda sempre più da vicino Tafazzi, ma senza la simpatia. C'è qualcosa del cupio dissolvi in un flusso di pensiero, ricerca e ragionamento che mira senza tregua a minare le sue stesse basi, ad annullare i suoi presupposti e la sua stessa pensabilità in nome di... cosa? Della soddisfazione masochistica di aver avuto Ragione? Dell'affrancamento da una dimensione emotiva ed estetica che si è deciso di giudicare non umana, ma
Una delle domande più impellenti cui volevo rispondere stasera è questa: perché hanno tutti così tanta fretta di andar via? La gran parte dei protagonisti non ha una vita, ha solo desolazione, grane, solitudine, eppure non si gode un momento che è uno in un posto che sembra il paradiso in terra, tanto che Hugo si ricorda di fare un tuffo solo quando è finalmente certo di star andando via... Certo, una parola grossa
E poi c'è il Destino, la teleologia del vivere contro la radicale mancanza di senso, quella che trasforma in eroi anche degli ex-tossici e a tratti sbalza il discorso a livelli cui siamo impreparati. L'isola chiama, l'isola sceglie. La sola rassicurazione possibile è l'inserimento in un disegno più grande, la fede con o senza maiuscola? Abbiamo grossi pregiudizi su tutto ciò che limita la nostra libertà tranne che su noi stessi, che spesso siamo i primi a rinchiuderci in idee stantie e non nostre, che la libertà vera non sappiamo più dove sta di casa e fuggiamo da chi tenta di mostarcela. O gli spariamo, come capita spesso al buon Locke, uno dei tanti miracolati, ma almeno uno che ha capito. Che lì dopo tutto si sta meglio.
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lunedì 24 marzo 2008
La Torre Nera
Questo però non è il punto: il punto è piuttosto che la massa immensa dei suoi scritti traccia un percorso al quale sarebbe da dedicare ben più di un post anomalo qui su Ciottoli. Nel tempo i rimandi, le riprese, le vie secondarie si moltiplicano; nomi, volti, situazioni riecheggiano, precisandosi e assumendo nuove valenze in un caleidoscopio narrativo che rivela l'autore di genio e l'opera memorabile. E La Torre Nera è il
E ora ciò che ha occasionato questo post: un romanzo grafico di grande bellezza, che riorganizza materiali di più volumi della Torre con soluzioni originali e tavole di forte impatto, a dimostrare che il fumetto è ormai ben più di un passatempo adolescenziale e merita appieno un posto tra i media espressivi contemporanei. Peculiare che, nell'era dell'immagine, tutto ciò che non è spot pubblicitario soffra ancora di così tanti stigmi, non trovate? Dev'esserci qualcosa sotto...
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sabato 19 gennaio 2008
I nuovissimi mostri
Questo però è solo il primo livello di sfida che gli autori della serie rivolgono al malcapitato pubblico. Iniziano coll'instillare un sottile disagio, che viene dalla dinamica di immedesimazione implicita nel meccanismo narrativo; spingono a riconoscersi in un maniaco omicida, anche se con alcune sfumature attenuanti. E già questo non è male. Poi lasciano che il maniaco rifletta sul suo stato, in sequenze sparse all'interno dei vari episodi, per approfondirne il ritratto e lo spessore psicologico e per fomentare la simpatia degli spettatori.
Così il quarto episodio, Album di famiglia, inizia con queste parole: "La gente intorno a me cerca sempre di stringere nuove relazioni, di amicizia o di amore, ma i legami portano fastidiose complicazioni, impegni, la condivisione, accompagnare qualcuno in aeroporto. Se una persona mi arriva così vicina scoprirà chi sono veramente e io... non posso permettermelo. E' ora di mettermi la maschera!" Un dramma, nevvero? Che pena proviamo per un uomo orbato di un'intera dimensione così importante nella vita... Qualche minuto dopo - la puntata è ambientata a fine ottobre - arriva quest'altro monologo: "Adoro Halloween. E' l'unico periodo dell'anno in cui tutti portano una maschera, non solo io. La gente trova divertente fingere di essere un mostro, io passo la vita a far credere di non esserlo. Fratello, amico, fidanzato, tutte maschere che indosso ogni giorno. Qualcuno mi definirebbe un impostore... Io preferisco considerarmi un maestro del travestimento!"
E' una vertigine! E anche le parole iniziali prendono un altro sapore, spingono a riflettere meglio sul gioco delle relazioni e sul valore dei rapporti, soprattutto in un tempo di menzogna generalizzata, solitamente riguardante la millantata originalità che ognuno sostiene di portare in sé... Tema prossimo alla Bildung, imbarazzante, che quindi si deve a tutti i costi perseguire
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