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E' notte e in tv c'è uno speciale di Matrix sul dottor House. Abbiamo esperti assortiti, produttori e un giovane filosofo che con alcuni colleghi ha pubblicato un lavoro su La filosofia del dottor House. Come dicevo tempo fa, per un semplice serial sembra in grado di proporre molti spunti! Al di là del fatto che da più parti ci si sta accorgendo che di "semplice" alcuni serial non hanno proprio niente - tanto da essere paragonati al romanzo per la capacità descrittiva del reale proprio di questo torno di tempo - quello che mi colpisce della trasmissione è ancora una volta l'abilità di girare intorno agli argomenti senza coglierne aspetti centrali se non di sponda. Una delle poche osservazioni interessanti ha come spunto di partenza una domanda di Mentana sul perché negli USA i serial di ispirazione ospedaliera vanno fortissimo accanto a quelli investigativi, mentre in Italia funzionano solo i secondi: il giovane filosofo risponde opportunamente ricordando l'immenso problema costituito dalla sanità per la stragrande maggioranza degli americani. Risposta che si potrebbe integrare con altri corollari: il grande problema che è oggi in Italia la sicurezza e il fatto che nonostante gli alti lai noi evidentemente ci rappresentiamo la sanità molto meglio di quanto non sembri. Questa scala di ragionamento va bene anche per la questione generale del perché i serial medici sono comunque così gettonati: Regazzoni richiama il tema della vita e della morte e della fragilità della prima, senza però accentuare il peculiare aspetto problematico che sta assumendo, legato all'ossessione per la fine della vita - cui non fa più da contraltare una qualche soteriologia - e alla carica immaginale irresistibile che si sedimenta per contro sulla medicina intesa come nuova fede, cioè nuova strategia di salvezza e metodo per conquistare questa stessa salvezza nella quotidianità, sconfiggendo l'azione del tempo, il decadimento e la consunzione.
Un'altra cosa che non è venuta fuori che per caso - e solo per intenditori
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House è così seguito e ha tanto successo perché incarna una nostalgia indicibile - perché radicalmente fuori dagli schemi correnti - per un uomo capace di far fronte al destino pur sapendo di essere fallibile, capace di fregarsene dei canoni in un'epoca in cui essi sono sempre più norma soffocante e obbligo di comportamento. House, direbbe probabilmente Simmel, è un soggetto in piena forma nonostante il suo tempo.