domenica 26 agosto 2012

L'immaginazione al di qua del muro

Fine della seconda stagione, bei colpi di scena, ma è difficile non farsi assalire da una certa depressione. Su una Terra devastata dall'attacco alieno, i pochi superstiti riescono miracolosamente a rimettere in piedi una comunità e cosa fanno? Lottano col nemico? Studiano strategie di contrattacco? No, si perdono in beghe di potere virtuale - dato che la sopravvivenza più che una scommessa è un grosso punto interrogativo - e ricreano il peggior ambiente amministrato e burocratizzato possibile, con invidie meschine, rivalità, odi, tutto l'ambaradan col quale facciamo i conti tutti i giorni e pare essersi ormai engrammato nel nostro DNA. Come dicevo di Battlestar Galactica - situazione quasi identica, sviluppi pure - quello che mi abbatte di più è che non riusciamo nemmeno a immaginarlo, un corso diverso delle cose. A formulare un giudizio onesto e lucido - Cartesio sarebbe fiero di me! - dei nostri affari che ci consenta di dire basta a certe idolatrie, fissazioni, monomanie che ci stanno portando al disastro. Se devo pensare a un futuro, uno nel quale tutto è saltato e potrei veramente liberarmi dalle "catene della necessità" di cui scriveva Colli, non riesco a pensarlo che identico a questo, pur essendo perfettamente conscio dell'assurdo che si sedimenta nel seguire senza critica e ironia comportamenti sclerotizzati. Del quale sono tanto consapevole da descriverlo, sì, ma con rassegnazione. Come se fosse Umano. Come se non potesse essere altrimenti. Certo, c'è ancora la Seconda Massachusetts, qualcuno che proprio non ce la fa. Ma viene prontamente espulso da chi pensa che i suoi comportamenti compulsivi siano la realtà. Che tra il proprio racconto e il mondo non ci sia distanza. Che basti girarsi dall'altra parte.
 
E così... Certo, oggi non abbiamo gli alieni - anche se se ne potrebbe discutere. La gente di Charleston, invece, l'abbiamo, in abbondanza. E anche prospettive di devastazione che non hanno neanche il pregio di essere inflitte da altri. E senza forzare troppo un'immaginazione esausta mi chiedo: e se tornassimo a bomba? Il Senato romano era ben consapevole di essere formato in larga misura da vecchie volpi, maneggioni e sfruttatori di intere popolazioni, ma sapeva anche che a volte il mondo non ha tempo né pazienza per godersi manovre e raggiri e che qualcuno della Seconda Massachusetts in giro, per fortuna, c'è sempre. Uno che poi torna all'aratro. Uno cui affidarsi quando si è palesemente incapaci. Lo chiamavano dictator, termine incorso purtroppo in tristi incidenti storici e quindi poco amato da molti, me compreso. Quello però era altro: era la presa d'atto dell'emergenza e la mossa furba per venirne fuori. Una versione decisamente più efficace dell'escamotage "tecnico" cui siamo comunque arrivati, vista la canna del gas. Sarebbe carino ripensare all'idea, fuori da incrostazioni ideologiche e con una giusta normativa. Che lascerebbe liberi da consorterie e giochi di favori e ricatti. E capaci di servire per una volta l'interesse generale.

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